Cos'è dunque lo ZEN?

Non si può parlare di un vero viaggio in Giappone tralasciando lo zen ed il buddhismo e non esistono campi della cultura del Paese immuni dalla loro influenza.

Gli itinerari e le esperienze proposte si rivolgono a chi non vuole fermarsi alla superficie, a chi ama sentirsi un viaggiatore, antropologo, esploratore e non un turista, a chi desidera entrare in contatto un po' più a fondo con il Giappone scoprendone tutte le suggestioni.

“Per comprendere quanto lo zen sia entrato nella storia e nella vita del popolo giapponese, proviamo ad immaginare che tutti i templi del paese, insieme ai tesori in essi racchiusi, vadano completamente distrutti.  Il Giappone ci sembrerebbe un luogo desolato, nonostante le sue bellezze naturali e il carattere cordiale del suo popolo. L’intero paese assomiglierebbe a una dimora abbandonata, senza mobilia, quadri, paraventi o sculture, senza drappi e giardini, senza fiori ordinatamente disposti, senza drammi Nō né arte del tè e senza molto altro” (Daisetz T. Suzuki).

Lo Zen, In sanscrito dhyana, in cinese chan, si fonda sulla meditazione, una pratica che ci permette di guardare dentro la nostra mente portandoci ad un equilibrio interiore tra il mondo terreno e quello spirituale.  Lo Zen non è una semplice filosofia o disciplina, è una delle grandi tradizioni in grado di farci capire il mondo. Possiamo dunque pensare allo zen come ad una “metodologia dello spirito, della coscienza e della mente che può essere adottata da chiunque, in qualunque luogo e tempo” (Sanbo-ji Istituto per la diffusione della religione Buddhista Zen).

In Giappone lo zen si distingue in due forme principali: la scuola buddhista Zen Soto, creata da Eihei Dōgen, fondatore del tempio Eihei-ji, nella prefettura di Fukui, uno dei due templi principali della scuola Soto,  e  la scuola Rinzai, fondata dal monaco buddhista Eisai. Seppur con delle differenze, entrambe trovano il loro centro nella pratica meditativa dello zazen, che letteralmente significa “sedere in meditazione”.