GIAPPONE

Sapori del Giappone


• 13 giorni / 12 notti
• Date di partenza libere
• Supporto telefonico in italiano h24
• Volo escluso

 

Levi Strauss diceva che la cucina di una società è il linguaggio nel quale essa traduce, inconsciamente, la sua struttura. Il legame tra cibo e cultura è qualcosa di universale ed indissolubile. Durante questo viaggio, in compagnia di assistenti e guide parlanti Italiano visiterete
alcune delle città più belle del Paese, assaporando prodotti tipici, scoprendo i segreti del sakè e gustando i piatti più incredibili della tradizione che hanno reso la cucina giapponese patrimonio intangibile dell’umanità.


 

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1° Giorno • Tokyo

Arrivo all’aeroporto di Tokyo Narita/Haneda, incontro con assistente parlante italiano e trasferimento in hotel con bus navetta e taxi.
Assistenza al check-in e briefing d’orientamento di circa un’ora.
(Citadines Central Shinjuku, o similare).

2° Giorno • Tokyo

Colazione in hotel.
10:00 - 12:00 Passeggiata ad Azabu Juban e Roppongi con assistente parlante Italiano.
Scoprirete Roppongi Hills, cuore dell’effervescente Roppongi e il quartiere di Azabu Juban, con la sua atmosfera tradizionale e numerosi, piccoli negozi tramandati da generazioni, sale da tè, ristoranti di soba e ramen, negozi di kimono e yukata. Proprio qui assaggerete il Taiyaki, un dolce a forma di pesce (tai in giapponese significa orata) una sorta di frittella ripiena di marmellata di fagioli rossi. Pomeriggio libero.Pernottamento.

3° Giorno • Tokyo

Colazione in hotel.
Giornata libera da dedicare alla visita di Tokyo.

Si consiglia di andare alla scoperta degli otto tra i migliori ristoranti di ramen allineati tutti sotto lo stesso tetto nella Ramen Street della capitale. La Ramen Street di Tokyo è un posto ideale per gli amanti di questa specialità dove poter provare differenti tipi di ramen senza dover cambiare città o addirittura regione o in alternativa Ramen Experience dove imparerete a cucinare i famosi tagliolini in brodo (esperienza disponibile su richiesta). Pernottamento a Tokyo.

4° Giorno • Tokyo

11:30 - 13:00 tour guidato in Italiano alla scoperta dei sapori unici della cucina giapponese tra cui l’alga Konbu, il Kuzumochi un dolce derivato dal grano, gli Tsukemono sottaceti giapponesi, l’Imo Kenpi, uno snack di patate dolci, l’ Amazake, una bevanda dolce derivata dal riso che assaggerete presso una serie di negozi importanti dal punto di vista storico e culturale nella zona di Nihombashi. Pomeriggio libero.

5° Giorno • Tokyo

Giornata libera.
Escursione consigliata: Nikko (usando il JR Pass) con tappa intermedia ad Utsunomiya, città rinomata per i gyoza, i ravioli di pasta sottile ripieni di carne di maiale e verdure cotti alla griglia e serviti insieme ad una salsa a base di soia e aceto di vino.

6° Giorno • Tokyo • Kyoto

Partenza per Kyoto con treno superveloce Shinkansen utilizzando il JR Pass (circa 3 ore).
Sistemazione in hotel (Daiwa Roynet Shijo Karasuma, o similare).

7° Giorno • Kyoto

Giornata libera. Visita consigliata: il Mercato di Nishiki, il posto ideale per andare alla ricerca di cibi stagionali e specialità: dai frutti di mare freschi ai dolci tradizionali e al tè, e poi street food, sushi, pesce fresco, da acquistare o da assaporare direttamente al mercato presso i piccoli ristoranti e chioschetti del posto. Pernottamento.

8° Giorno • Kyoto

09:00 - 12:30 Tour collettivo in inglese al Museo Gekkeikan Okura per scoprire come viene prodotto il sakè, e al tempio dedicato alle divinità del riso e dell’agricoltura, il Fushimi inari Taisha. Il tour prevede la degustazione della famosa bevanda giapponese a base di riso, molto rinomata a Fushimi che sin dall’era Muromachi (1336-1573) ha visto svilupparsi la distillazione del sakè grazie alla posizione favorevole alla raccolta dell’acqua purissima che scorre sotto la collina del Fushimi. Rientro libero a Kyoto, la guida vi darà indicazioni in merito.

9° Giorno • Kyoto

Giornata libera.
Attività opzionale: lezione di cucina vegetariana durante la quale preparerete alcuni piatti tipici della cucina vegetariana giapponese utilizzando i prodotti tipici locali e stagionali della zona di Kyoto.

Suggerimenti: passeggiata serale a Gion, il celebre quartiere delle geisha sulla riva orientale del fiume Kamo o nella zona storica di Ponto-cho uno stretto vicolo pedonale che costeggia la riva occidentale del fiume, dove potrete provare la cucina kaiseki tradizionale di Kyoto, particolarmente raffinata che pone l’accento sui prodotti locali e di stagione e sui gusti più delicati.

10° Giorno • Kyoto • Takamatsu

Partenza per Takamatsu in treno utilizzando il JR Pass (circa 3 ore con un cambio ad Okayama).
Visita consigliata: Ritsurin-koen, uno dei giardini più belli del Giappone.

Suggerimenti: pranzo a base della specialità del posto, i Sanuki udon, una varietà di noodles ricavati da un tipo specifico di frumento coltivato nella prefettura di Kagawa (la più piccola prefettura del Giappone il cui antico nome era appunto Sanuki) che li rende un piatto molto salutare ed economico. (Daiwa Roynet Hotel Takamatsu o similare).

111° Giorno • Takamatsu • Osaka

Partenza per Osaka in treno utilizzando il JR Pass (circa 2 ore e 30 minuti con due cambi – Okayama e Shin-Osaka). Ad Osaka quando si parla di cibo si usa il termine “kuidaore” ovvero “mangiare
fino ad andare falliti”.

Vi consigliamo di iniziare dal quartiere di Dotonbori addentrandovi nella coloratissima via principale
dove non avrete che l’imbarazzo della scelta e di provare sia i takoyaki, le polpette di polpo che l’okonomiyaki, frittella a base di acqua e farina con uova e foglie di verza a cui si aggiungono cipolla, pancetta, gamberetti. (Hotel Sunroute Osaka Namba o similare).

12° Giorno • Osaka

Giornata libera.
Visita consigliata: Kobe (circa 20 minuti in treno) dove provare il vero “manzo di Kobe”, un marchio registrato che fa riferimento al wagyu (bovino giapponese) di manto nero, razza di Tajima, allevata
e macellata esclusivamente nella prefettura di Hyogo, di cui Kobe è capoluogo.

13° Giorno • Osaka

Trasferimento all’aeroporto di Osaka Kansai con treno JR Kansai
Rapid Airport Service.



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Breve vademecum dell'ospite a tavola


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In Giappone, ad inizio pasto, è d'uso dire "itadakimasu" ("ricevo questo cibo con gratitudine"), mentre a fine pasto, "gochisosama (deshita) ("grazie per questo pasto").

Forchette e coltelli sono sostituiti dalle immancabili bacchette di legno che vengono servite in confezioni di carta. Come usarle? E’ molto semplice! Per prima cosa bisogna estrarre le bacchette dall’involucro e dividerle mantenendole a metà con il pollice, l'indice e il dito medio, come se si stessero reggendo due matite. Occorre poi far scivolare il dito medio tra le due bacchette. A questo punto una bacchetta si appoggerà tra il dito medio e l'indice e l'altra tra il dito medio e l'anulare. Aiutatevi osservando gli altri per capire meglio come usarle soprattutto per “afferrare” piccole quantità di cibo.

Le zuppe e i brodi possono invece essere assaporati direttamente dalla ciotola, tenendola bene con una mano. E’ naturalmente possibile usare le bacchette per prendere dal brodo piccole quantità di tofu o fettine sottili di alga. I noodle, serviti su un vassoio di legno, vengono semplicemente presi in piccole porzioni. Se vengono serviti insieme al brodo caldo, possiamo raccoglierli con le bacchette sollevando contemporaneamente la ciotola e sorseggiando il brodo facendone sentire il rumore: al contrario di quanto si potrebbe pensare, infatti, fa rumore è segno di apprezzamento per quello che stiamo assaporando, ed è quindi ben accettato.

 

Negli accoglienti bar giapponesi è d’abitudine versare la birra agli amici che ricambieranno il gesto riempiendoci a loro volta il bicchiere in segno di amicizia brindando al suono di un rumoroso Kanpai! (Salute!).

Chi invece ama bere whisky, potrebbe invitarvi a bere dalla sua bottiglia e prepararvi un drink. Molti bar permettono, infatti, ai clienti abituali di lasciare la propria bottiglia sulla quale verrà scritto il proprio nome, spendendo meno di quanto non si farebbe per ogni singolo drink. In questo caso, non bisogna ricambiare il gesto, a meno che non si abbia la propria bottiglia.

 
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